sabato 26 novembre 2011

IVA al 22%? Monti ci sta pensando


Il governo Monti sta mettendo a punto una nuova manovra correttiva. Dopo il viaggio a Bruxelles per incontrare Angela Merkel e Nicolas Sarkozy e la visita del commissario Ue Olli Rehn a Roma il premier Monti ha fatto capire che entro l'8 dicembre prossimo sarà pronto il pacchetto di misure che l'Europa chiede da tempo all'Italia. Bisogna dare un'altra energica sistemata ai conti pubblici ed insieme alla reintroduzione dell'ICI (in una forma ancora da decidere) e ad una patrimoniale "light" (il 5x1000 per i patrimoni finanziari superiori al milione di euro) potrebbe spuntare la sorpresa di un nuovo aumento dell'IVA.

Il governo Berlusconi l'ha portata poche settimane fa dal 20% al 21%, un punto in più per l'aliquota che più di ogni altra è in grado di far aumentare gli incassi dell'erario in maniera immediata, così come esigono le richieste dell'Europa, ansiosa di vedere significativi miglioramenti nei conti dello Stato italiano con l'obiettivo del pareggio di bilancio da raggiungere entro il 2013 che resta la stella polare di Mario Monti.

Un'eventuale crescita dell'IVA italiana fino al 22% sarebbe decisamente penalizzante per la fiscalità generale, sempre colpita dall'aumento delle imposte indirette. L'Italia raggiungerebbe la Lettonia e si avvicinerebbe a Portogallo, Finlandia, Polonia che raggiungono il 23%. I paesi scandinavi come Svezia e Danimarca guidano la classifica con il poco invidiabile primato del 25%, soltanto 3 punti in più rispetto all'eventuale nuova aliquota imposta dal governo Monti, ma con un welfare state che garantisce una serie di livelli minimi d'assistenza anni luce avanti rispetto a quelli del nostro paese.

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